Massi erratici
Una traccia delle glaciazioni la troviamo nei massi erratici presenti sul territorio.
A tal riguardo riportiamo uno stralcio di un articolo tratto da Piemonte e Parchi a firma Renato Chiarie: « C'è un posto, piuttosto vasto, punteggiato da enormi pietre di varia forma.
Per lo più grezze, stanno lì da migliaia di anni a guardare la Storia umana che passa e se ne va.
Sono i massi erratici.
Difficilmente ci accorgiamo di loro perché sanno mimetizzarsi bene nonostante le imponenti dimensioni.
Ma dove si trovano? Proprio a "casa nostra" da Avigliana e Giaveno fino a Rivoli, Villarbasse, Pianezza e Caselette.
Ce ne sono più di trenta, ma non si può escludere che siano anche di più, magari nascosti dalla boscaglia o ricoperti da strati di muschio e terra.
Li incontrammo prestissimo, ancora bambini di pochi anni, e ce ne innamorammo subito.
Vi si poteva salire arrampicandosi o corrergli intorno giocando a nascondino: la gita alla grande pietra era sempre sempre una festa!
Tanta gioia sembrava davvero essere ricambiata dal vecchio masso che sopportava lo scalpiccio e le urla festose, quasi protettivo come un nonno, permettendo che la giornata finisse sempre bene e senza incidenti ... »
Fra questi testimoni di tempi lontani spicca il Masso Castaidi a Pianezza, alto 14 metri, largo 16 con un diametro di 65 metri.
A Trana due hanno la supremazia sugli altri, la Pietra Salomone e il Masso Ratti.
La prima si trova a fianco della strada che porta a Reano ed è sicuramente il più grosso agglomerato roccioso di tutta la Val Sangone.
Non è visibile dalla carreggiata e bisogna parcheggiare ed inoltrarsi su per una mulattiera e camminare per poche decine di metri.
Trattasi di un enorme blocco che presenta una grossa fenditura che lo ha diviso in due parti, presentandosi come due blocchi distinti che raggiungono nella loro parte maggiore i dodici metri di altezza ed è luogo di scuola di arrampicata.
Il secondo è in una posizione dominante nella curva di S.Bernardino sul confine fra Trana e Giaveno; alto dieci metri, è di roccia serpentinite come i precedenti.
Viene quasi spontaneo, mentre si transita in automobile, lanciare un'occhiata a questo enorme masso isolato, chiedendosi come abbia fatto ad arrivare fin lì partendo dall'arco montano che chiude la nostra valle.
Un'altra cosa che si nota è l'alberello cresciuto sulla sua cima che resiste, esposto alle intemperie, ai venti, al gelo ed alla siccità, simbolo della tenacia che la natura ci porta come esempio.