Belvedere
Proseguendo lungo la strada che fiancheggia il sangone, si incontra un’altura sulla cui sommità sorge una cappella dedicata a “Nostra Signora del Belvedere”, attualmente in stato di abbandono, ma che alcuni volenterosi stanno tentando di restaurare.
Il luogo è di notevole importanza a livello storico.
Sembra, infatti che , intorno al X secolo, sul colle sottostante l’altura, fosse stata eretta una torre pressoché identica a quella tuttora esistente a Trana.
Una tradizione locale asserisce che il sito di Trana ivi detto comunemente Belvedere, fosse una villeggiatura ad uso delle caccie dei conti di Savoja che risiedevano in Avigliana nel principio del secolo XI.
Ivi vedevansi ancora non è gran tempo pitture rappresentanti le caccie di quei conti in figure umane, in figure di augelli e di quadrupedi di varie specie.
Gli abitanti di questo comune si recavano sovente a visitare quei dipinti: ogni cosa vi si conservò quasi intatta pel corso di quasi otto secoli: non sono ancora trascorsi cinque lustri, dacchè il Belvedere di Trana divenne proprietà d'un certo Usseglio, il quale per iscarsi mezzi di fortuna, non rispettando gli oggetti preziosi di quel sito, tolse le tegole, il legname lavorato, il ferro di quell'edificio, e lo distrusse quasi intieramente, lasciandovi per altro intatta l'effige di Maria Vergine.
Un eremita prese tanta cura di quell'immagine sacra, che volle elemosine che gli venne fatto di raccogliere vi si potè riedificare una cappella, che ben presto si vide fornita dell'occorrente per celebrarvi i divini misteri: addì 5 di giugno dell'anno 1849 vi si recarono processionalmente, partendo dalla parrocchia, i buoni tranesi, ed ivi il loro parroco D. Picchiottino celebrò la messa: ivi ogni anno alli 5 di giugno si fece poi gran festa, la quale è da credere sarà pure celebrata nei tempi avvenire.
G. Casalis, Dizionario degli stati sabaudi, alla voce Trana – Torino 1849
Poesia di Guglielmo Bergero